I Medici e le altre corti: Napoli

Napoli
Fra la Firenze medicea e il regno di Napoli retto dagli aragonesi intercorreva un rapporto di amicizia sin da quando salì al trono Alfonso V nel 1441. Nel 1479 con grande abilità diplomatica, Lorenzo il Magnifico riuscì a sventare il pericolo di un’alleanza fra Ferdinando I, figlio naturale di Alfonso e suo successore, con il papa Sisto IV che avrebbe segnato la capitolazione di Firenze. La vittoria di Lorenzo e il suo trionfo politico sono celebrati nella cosiddetta Tavola Strozzi (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte) attribuita a Francesco Rosselli.
Nel corso del Quattrocento, la suggestione delle vestigia antiche locali e dei centri limitrofi di origine greco-romana, aveva spinto la nobiltà della corte aragonese a rivolgere particolare interesse alla cultura fiorentina. Ne è testimonianza il Monumento al cardinale Brancacci in Sant’Angelo in Nilo, realizzato a Pisa tra il 1426 e il 1428 da Donatello, Michelozzo e altri e inviato a Napoli per mare.
L’interesse per il classicismo che connota la cultura rinascimentale partenopea si riflette in due archi trionfali, i più importanti del Quattrocento italiano: l’arco di Alfonso I fra i bastioni della facciata principale di Castel Nuovo (dal 1455) e l’arco di porta Capuana (1485) edificato per volere di Ferrante I. Nel primo, l’arco superiore avrebbe dovuto contenere il monumento equestre di Alfonso I richiesto a Donatello, ma mai portato a compimento (si veda la scheda Testa di cavallo, di Donatello).L’arco di porta Capuana fu commissionato a Giuliano da Maiano.
Giunto a Napoli, dove rimase fino alla morte (1490), Giuliano da Maiano divenne uno dei principali artisti della corte aragonese. Fra l’altro, riordinò la cinta muraria della città e progettò la villa di Poggioreale (1487-88; distrutta) per Alfonso duca di Calabria, che ispirandosi alle dimore extra-urbane dell’antica Roma servì da modello alle realizzazione successive. Insieme al fratello Benedetto e ad Antonio Rossellino realizzò alcune delle più importanti cappelle del Rinascimento napoletano, quali le cappelle Piccolomini, Correale e Tolosa in Sant’Anna dei Lombardi o di Monteoliveto.
Inoltre la corte aragonese faceva pervenire innumerevoli manufatti lignei da Firenze, con i quali arredare le proprie fastose residenze. Gli agenti fiorentini, banchieri e mercanti come Filippo Strozzi, Bartolomeo Serragli, i Salutati, fungevano da intermediari non solo per fare arrivare a Napoli opere uscite dalle botteghe fiorentine, ma anche per raggiungere i collezionisti della cerchia medicea con pregevoli reperti archeologici e rarità antiche acquisiti sul mercato antiquario partenopeo.
Periodo:
XV secolo
41.902277040964, 12.81005859375