Gian Lorenzo Bernini
Napoli 1598 - Roma 1680
Attività:
scultore, pittore, architetto
Gian Lorenzo Bernini è uno dei più grandi artisti di tutti tempi, universale come lo era stato solo Michelangelo. Massimo rappresentante dell’arte barocca, ancora in vita e per oltre mezzo secolo fu famoso in tutta Europa. La sua opera fu promossa e ricercata da otto papi, oltre che da regnanti, nobili, diplomatici, alti prelati e raffinati collezionisti italiani e stranieri.
Figlio dello scultore fiorentino Pietro Bernini e di Angelica Galante, Gian Lorenzo nacque a Napoli. Ad appena sei anni si trasferì con i genitori a Roma dove rimase tutta la vita. Formatosi presso il padre Pietro, il giovane dimostrò precocemente il suo talento collaborando alle opere paterne. Nella città papale Gian Lorenzo si immerse in una straordinaria stagione artistica: le suggestioni del passato vicino e lontano (l’antico, Michelangelo) dimostravano sempre più la loro feconda e inesauribile vitalità, mentre le lezioni del naturalismo di Caravaggio, del classicismo dei Carracci e della esuberante arte di Rubens, avevano forte presa su generazioni di artisti in uno stimolante clima internazionale dettato dalla presenza di artisti provenienti da varie parti d’Europa.
Bernini riuscì ad affermarsi sin dalle sue prime opere, i cinque marmi realizzati per il cardinale Scipione Borghese fra il 1618 e il 1625: Enea e Anchise, il Ratto di Proserpina, David, Apollo e Dafne (Roma, Galleria Borghese). Negli stessi anni, fino alla metà degli anni Venti, scolpì busti-ritratto dei pontefici Paolo V e Gregorio XV, di cardinali e notabili della curia romana, di principi e aristocratici, straordinari per finezza di modellato, naturalismo palpitante, descrizione dei dettagli anatomici, resa materica e intensità psicologica.
Nel 1623 salì al soglio pontificio papa Urbano VIII Barberini. Per Bernini, che già era operava nell’entourage dell’importante famiglia barberiniana, l’evento segnò una vertiginosa ascesa nella sua carriera artistica che lo vide responsabile dei principali cantieri ordinati dal papa. Da allora Bernini approntò e realizzò progetti urbanistici, architettonici e scultorei che diedero un nuovo volto – spettacolare e trionfante – alla città dei papi, Per la nuova basilica di San Pietro, punto di rifermento sommo della cristianità e simbolo della rivincita della Chiesa dopo la crisi inflitta dalla riforma cinquecentesca, Bernini progettò ben presto l’imponente Baldacchino in bronzo per l’altar maggiore (1624-1633) e il Monumento funerario di Urbano VIII (1627-1647). Nel 1629, alla morte di Carlo Maderno, Bernini venne nominato architetto della fabbrica di San Pietro, per la quale operò incessantemente come scultore e architetto. Concluse l’immane impresa, dando sistemazione definitiva alla piazza, chiusa dal doppio colonnato ellittico ornato di statue (1657-1673).
Anche con i pontefici che seguirono a Urbano VIII, in particolare sotto Innocenzo X Pamphilj (1644-1655) e Alessandro VII Chigi (1655-1667), Bernini continuò con la sua incessante opera di rinnovamento della città in esterni e interni, realizzando palazzi (Palazzo Montecitorio), chiese (Sant’Andrea al Quirinale), fontane (Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona, 1648-1651), cappelle (cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria con l’Estasi di Santa Teresa di Avila, 1647-1652), monumenti (Monumento di Alessandro VII), con una mole straordinaria di incarichi che accompagnarono tutta la vita dell’artista. Il genio creativo di Bernini si espresse anche nella realizzazione di scenografie e apparati effimeri, con effetti illusionistici stupefacenti.
Nonostante tali impegni, nel 1665 Bernini riuscì ad andare a Parigi, dopo che il ministro Colbert per conto di re Luigi XIV aveva ottenuto dal papa la concessione del suo artista prediletto. Durante il viaggio Gian Lorenzo si fermò a Firenze, dove soggiornò come ospite di Gabriello Riccardi (Baldinucci). In tale occasione il Riccardi dovette certo interpellare il grande artista in merito alle ristrutturazioni e agli ampliamenti per avere quantomeno un suo parere, anche se non commissionò (o forse non ottenne) un progetto articolato. Tale deduzione sembra confermata da una lettera scritta nel 1679 da Apollonio Bassetti, segretario di Cosimo III de’ Medici e confidente di Francesco Riccardi, a Lorenzo Magalotti, in cui si elencano gli architetti che fino ad allora avevano “servito” il marchese Riccardi “nel disegno della sua fabbrica”: Gian Lorenzo Bernini, Ciro Ferri e Pier Maria Baldi. In realtà non sono pervenuti progetti né del Bernini né del Ferri.
A Parigi, accolto come un principe, Bernini realizzò il Ritratto di Luigi XIV (Versailles, Musée National du Chateau) e progettò il nuovo palazzo del Louvre, tornando poi a Roma dopo pochi mesi.
Bernini fu anche pittore dedito autoritratti, ritratti di amici e colleghi, e dipinti di soggetto sacro. Ma non accettava committenti per i suoi dipinti, che sono quindi tradotti in una dimensione privata e realizzati in piena libertà espressiva e tecnica. Esente da condizionamenti, Bernini dipingeva per se stesso senza finalizzare l’opera alla vendita, diversamente dalle commissioni architettoniche e scultoree. Questo gli permise di creare composizioni intime, intense, con una stesura pittorica rapida senza disegno preparatorio.
Morì il 28 novembre del 1680. Venne sepolto in Santa Maria Maggiore.
- R. Wittkover, Gian Lorenzo Bernini. The Sculptor of the Roman Baroque, 4° ed., London, 1997.
- Gian Lorenzo Bernini, regista del barocco, catalogo della mostra (Roma) a cura di M.G. Bernardini, M. Fagiolo dell’Arco, Milano, Skira, 1999.
- I marmi vivi: Bernini e la nascita del ritratto barocco, catalogo della mostra a cura di A. Bacchi, T. Montanari, B. Paolozzi Strozzi, D. Zikos, Firenze, Giunti, 2009.
- F. Borsi, Bernini architetto, Milano, Electa, 1980.
- A. Karsten, Bernini. Der Schöpfer des barocken Rom. Leben und Werk, München, C.H. Beck, 2006 (ed. Ital..: Roma, Salerno editrice, 2007).
- Bernini dai Borghese ai Barberini: la cultura a Roma intorno agli anni Venti, atti del convegno (Roma, 17 – 19 febbraio 1999) a cura di O. Bonfait, A. Coliva, Roma, De Luca, 2004.
- Bernini pittore, catalogo della mostra a cura di T. Montanari, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2007.
- M. Tabarrini, Bernini e Borromini. Consulenze per l’ampliamento di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, in “Architetti e costruttori del barocco in Toscana. Opere, tecniche, materiali”, a cura di M. Bevilacqua, Roma, De Luca, 2010, pp. 133-157
- A. Rinaldi, Firenze e Roma alle soglie del barocco. Paradossi e aberrazioni dell’architettura fiorentina tra XVI e XVII secolo, in “Bernini e la Toscana. Da Michelangelo al barocco mediceo e al neocinquecentismo”, a cura di O. Brunetti, Roma, Gangemi, 2002 (‘Roma’; 9), pp. 3-20.