Luca Signorelli
Cortona, 1445 circa - 1523
Attività:
Pittore
Figlio di Egidio di Luca Signorelli, Luca nacque nel 1445 a Cortona nei pressi di Arezzo, in una zona periferica della Toscana al confine tra Umbria e Toscana.
Si formò in un ambiente prossimo a Piero della Francesca, secondo quanto ricorda nel 1494 Luca Pacioli. Alla lezione prospettica di Piero, Luca associò l’esempio dei Pollaiolo (Piero e Antonio) a Firenze, da cui riprese il senso dinamico delle pose e l’interesse per la torsione e l’anatomia dei corpi.
Svolse la sua prima attività svolta tra Arezzo, Città di Castello e Urbino, di cui sono pervenute scarse testimonianze. Appartengono a tale fase uno stendardo professionale del 1480 con una Flagellazione (Milano, Brera) e gli affreschi nella Sagrestia della Basilica di Loreto (1477-80), in cui emerge l’inclinazione dell’artista a enfatizzare l’azione drammatica e la gestualità dei personaggi.
A Roma nel 1481 dipinse due Storie di Mosé nella Cappella Sistina. Tornato dalla città papale ottenne importanti commissioni soprattutto a Perugia e a Firenze. Nel 1484 a Perugia dipinse la Pala di Sant’Onofrio per il Duomo (ora Museo dell’Opera del Duomo) e la Pala Vannucci (Galleria Nazionale). A Firenze entrò in ambienti prossimi ai Medici e frequentò circoli culturali di ispirazione neoplatonica. Intorno al 1490, per Lorenzo il Magnifico, come riporta il Vasari (1550; 1568), Luca dipinse alcuni capolavori: la perduta Educazione di Pan (già nei musei di Berlino ma distrutta nell’ultima guerra) e la Madonna col Bambino e ignudi sul fondo proveniente da Castello (ora agli Uffizi). Negli ultimi anni del secolo realizzò il tondo con la Sacra Famiglia per la sede dei Capitani di Parte Guelfa a Firenze (ora Uffizi). Intanto l’artista operava anche in altri centri della Toscana, fra cui Volterra e Siena.
Dopo la morte del Magnifico (1492) e con la crisi politica ed economica che travolse di lì a poco Firenze, Signorelli lasciò Firenze per tornare a lavorare in territorio umbro-marchigiano, fra Urbino e Città di Castello.
Fra il 1497 e il 1498 affrescò le Storie di San Benedetto nel chiostro grande dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore vicino a Siena. L’artista interruppe la sua opera per affrontare l’impresa più impegnativa della sua carriera: il grandioso ciclo pittorico dedicato al Scene dal Giudizio Universale realizzato fra il 1499 e il 1502 nella cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, commissione prima affidata all’Angelico.
Dopo gli affreschi di Orvieto, Signorelli manifestò una evidente involuzione, provocata dall’incapacità del pittore di fronteggiare i tempi nuovi segnati dalla “maniera grande” di Michelangelo, Raffello e Leonardo, nonostante peraltro risulti sempre aggiornato sulle loro opere. Così mantenne la propria attività in zone periferiche, quali Cortona, Sansepolcro, Arcevia, Arezzo. Morì ormai settantenne a Cortona nel 1523.
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