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Paolo Uccello detto, Paolo di Dono

Estremi biografici:

Firenze, 1397-1475


Attività:

Pittore


Paolo nacque a Firenze nel 1397 da Dono di Paolo, barbiere e cerusico di Pratovecchio divenuto cittadino fiorentino nel 1373, e da Antonia di Giovanni di Castello del Beccuto, di una nobile e ricca famiglia fiorentina proveniente da Perugia. Nel 1407 e nel 1412 Paolo di Dono è citato tra gli aiuti di Lorenzo Ghiberti, impegnati nella lavorazione della porta Nord del Battistero. Paolo fu impegnato in particolare alla “rinettatura” delle figure di animali in bronzo nel fregio della porta Nel 1414 si iscrisse all’Arte dei Medici e Speziali. L’anno seguente, il 15 ottobre si immatricolò nella Compagnia di San Luca. Tali atti sanciscono l’inizio dell’attività autonoma del pittore. La sua prima opera oggi pervenuta è il tabernacolo di Lippi e Macia appartenente a una villa della famiglia Bartoli (1416). Molto discusse sono le Storie della Genesi nella parete est del chiostro verde di Santa Maria Novella. L’inizio di tale ciclo viene variamente datato prima o dopo il viaggio a Venezia compiuto da Paolo nel 1425. Paolo partì per la Serenissima dopo aver dettato testamento e vi rimase almeno cinque anni. Vi eseguì a mosaico un San Pietro sulla facciata della Basilica di San Marco, distrutto nel XVII secolo. Gli sono attribuiti anche i cartoni per altri mosaici della Basilica fra cui quelli per architetture delle Storie della Vergine di Michele Giambono nella cappella dei Mascoli. Nella portata al catasto del 1431 Paolo risulta di nuovo a Firenze. Nel 1435-36 avviò gli affreschi con le Storie della Vergine, le Storie di Santo Stefano, Santi e Virtù nella cappella dell’Assunta nel Duomo di Prato, posti nel registro superiore. Improvvisamente interruppe l’impresa, passandola a Andrea di Giusto già suo collaboratore. Infatti proprio nel 1436 Paolo fu richiamato in fretta a Firenze da un importante incarico ufficiale da parte della Repubblica: l’affresco con il Monumento a Giovanni Acuto in Duomo, che testimonia il prestigio ormai assunto dal pittore impegnato ancora per un decennio nella cattedrale fiorentina. Paolo si firma come “PAULI UGIELLI” (cioè “Uccello”). Vasari (1568) spiega che l’artista derivò l’appellativo dalla passione del pittore per gli animali, in particolare appunto per gli uccelli. La data, 1431 o 1437, si legge nell’affresco di recente rinvenuto in San Martino a Bologna e raffigurante l’Adorazione del Bambino. Intorno al 1438 dipinse La Battaglia di San Romano, capolavoro dell’artista costituito da tre pannelli dipinti oggi divisi fra la National Gallery di Londra, gli Uffizi a Firenze e il Louvre a Parigi. L’opera, come hanno rilevato recenti ricerche documentarie (Caglioti 2000), fu commissionata da Leonardo Bartolini Salimbeni e una cinquantina d’anni dopo trasferita in Palazzo Medici da Lorenzo il Magnifico. Come dimostrano i celebri pannelli, Paolo fu un appassionato sperimentatore della prospettiva. Amò esercitarsi in tal senso anche nel disegno ritraendo mazzocchi, calici e altri traducendoli in corpi stereometrici (Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe). Fra il 1443 e il 1445 Paolo ricevette vari pagamenti per importanti opere in Duomo: il gigantesco orologio nella controfacciata e i cartoni per alcune vetrate negli occhi del tamburo della cupola (Resurrezione e Natività ancora in loco, una Annunciazione perduta, una Ascensione mai eseguita). Nel 1445 andò a Padova, forse chiamato da Donatello. Nella città veneta dipinse una serie di Uomini illustri o Giganti (perduti) in Casa Vitaliani. Tornato a Firenze, dopo il 1447 Paolo dipinse le Storie degli Eremiti nel chiostro di San Miniato, affreschi molto rovinati e oggi illeggibili. In questi anni riprese e concluse il ciclo ad affresco nel chiostro Verde in Santa Maria Novella dipingendo le Storie di Noè, le scene più celebri. Nel 1452, ormai cinquantenne, sposò Tommasa di Benedetto Malifici, da cui ebbe l’anno seguente il figlio Donato e tre anni dopo la figlia Antonia. Dal 1465 al 1469 soggiornò ripetutamente a Urbino accompagnato dal figlio Donato, lavorando per la corte di Federico da Montefeltro. Probabilmente per tale ambito realizzò la raffinata tavoletta con San Giorgio e il drago (Parigi, Musée Jacquemart-André). Vi dipinse la Profanazione dell’ostia, predella della Comunione degli Apostoli di Giusto di Gand nella chiesa del Corpus Domini (ora Urbino, Galleria Nazionale delle Marche). In tale fase estrema si colloca la tavola con la Caccia notturna (Oxford, Ashmolean Museum). Nella portata al catasto del 1469 Paolo dichiara di risiede a Firenze in stato di estrema indigenza e con la moglie inferma. Morì nel 1475 e fu sepolto in Santo Spirito.

  • A. Bernacchioni, Paolo Uccello e le confraternite, in “Arte Cristiana”, XCI, 2003, pp. 415-422
  • L. Venturini, Paolo Uccello nel chiostro di San Miniato al Monte, in “Paragone”, LIX, 2005, serie 3°, n. 59, pp. 3-13.
  • P. Roccasecca, Paolo Uccello, in “Nel segno di Masaccio: l’invenzione della prospettiva”, catalogo della mostra a cura di F. Camerota, Firenze, Giunti, 2001.
  • G. Di Cagno, Paolo Uccello, Firenze, Giunti, 1999.
  • A. Parronchi, Sugli inizi di Paolo Uccello, in “Omaggio a Fiorella Sricchia Santoro”, Firenze, Centro Di, 1998-1999, 2 voll. (“Prospettiva”, nn. 91-92, 1998), pp. 44-47.
  • S. Bietoletti, “Egli era di quelli pochi che possiedono il poliforme senso che hanno tutti i sintetici”: meditazioni sulla figura e sull’opera di Paolo Uccello, nel Novecento, in “Bollettino della Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato”, LXXVIII, 1999, n. 66, pp. 135-162.
  • S. Borsi, Paolo Uccello, Firenze, Giunti, 1992 (‘Art Dossier’; n. 69).
  • A. Padoa Rizzo, Paolo Uccello. Catalogo completo dei dipinti, Firenze, Cantini, 1991 (‘I Gigli d’Arte’; 17).
  • A. Angelini, Paolo Uccello, in “Pittura di luce. Giovanni di Francesco e l’arte fiorentina di metà Quattrocento”, catalogo della mostra (Firenze) a cura di L. Bellosi, Milano, Electa, 1990, pp. 73-83.
  • A. Paolieri, Paolo Uccello, Domenico Veneziano, Andrea del Castagno, Antella (Firenze), Scala, 1991.
  • S. Borsi, Dipinti perduti di Paolo Uccello e del Pesellino: tra decorazione e propaganda, in “Art e Dossier”, XI, 1996, n. 112, p. 37-39.
  • F. e S. Borsi, Paolo Uccello, Milano, Leonardo, 1992.
  • P. Roccasecca, Paolo Uccello. Le Battaglie, Milano, Electa, 1997.
  • F. Caglioti, Nouveautés sur la “Bataille de San Romano” de Paolo Uccello, in “La Revue du Louvre et des Musées de France”, LI, 2001, n. 4, pp. 37-54.
  • H.P. Horne, The Battle-Piece by Paolo Uccello in the National Gallery, in “The Montley Review”, 1901, p. 114.

Opere