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Giostra di Giuliano di Piero

Nel gennaio del 1475 si tenne l’annuale giostra in piazza Santa Croce. Anche se lo svolgimento dell’evento fu quello tradizionale, tale giostra si distinse dalle precedenti per la ricchezza profusa negli apparati, nei gioielli, nelle stoffe, nelle armature. Parteciparono all’evento numerosi ospiti provenienti da varie parti d’Italia. Vincitore del gioco equestre fu Giuliano di Piero, fratello del Magnifico, che portò un’armatura d’argento, con elmo disegnato da Andrea Verrocchio.

Come già nella giostra del 1469 vinta da Lorenzo, anche in questa di sei anni dopo l’innamoramento per una fanciulla fece da cornice all’impresa del vincitore. Infatti Giuliano dedicò la propria vittoria alla bella Simonetta Cattaneo, genovese, da poco sposata a Marco Vespucci, prossimo ai Medici.
La fanciulla era ricordata dallo stendardo, dipinto su fondo azzurro probabilmente da Sandro Botticelli, raffigurata in veste di casta Pallade coperta da una corazza e con armi all’antica. In piedi su un prato colmo di fiori Pallade, con in mano una lancia da giostra e uno scudo con Medusa, volgeva lo sguardo in alto verso il sole. Accanto alla dea c’era Cupido sconfitto, avvinto alle mani e alle gambe da legacci dorati al ramo di un ulivo accanto a frecce e turcasso a terra spezzati. Al medesimo ramo era appeso un cartiglio con inscritto a caratteri d’oro un motto in francese antico: la sans par. Pallade/Simonetta appariva così come l’allegoria di una incomparabile virtù, unica degna di aspirare alla gloria e al suo eterno rinnovarsi.
L’impresa dello stendardo di Giuliano era carica di significati allusivi, così complessi e sfuggenti ai più, da essere stata interpretata in molti modi, mai coincidenti fra loro.

Tali significati, che attingono le loro ragioni dal pensiero neoplatonico e ficiniano, possono essere interpretati alla luce delle Stanze che Agnolo Poliziano scrisse in tale occasione.
Il componimento di 171 ottave, rimasto incompiuto per la morte di Giuliano nella congiura dei Pazzi, si differenzia dai precedenti poemetti encomiastici scritti in occasioni simili, come per esempio La giostra del Pulci del 1469: infatti, non vi si trovano le tradizionali descrizioni dei preparativi, della sfilata e infine del combattimento. Piuttosto i versi narrano in forma allegorica della difficile iniziazione di Iulo/Giuliano all’amore contemplativo attraverso l’esperienza dell’amore ideale e intellettuale per Simonetta, da cui è bandito qualsiasi concupiscenza grazie alla vittoria su Cupido.
Nel poema come nello stendardo si celebrava così la virtù dell’intelletto capace di svolgere un completo controllo sui sensi e di elevare lo spirito, tema che sembra comune a certe raffigurazioni coeve di ambito mediceo, fra cui la più celebre è la Pallade e il centauro di Botticelli (Uffizi).

  • Agnolo Poliziano, Stanze per la giostra di Giuliano di Piero de’ Medici, Bologna, per i tipi di Francesco (Plato) de’ Benedetti, 1494; in A. Poliziano, “Le Stanze”, ed. a cura di M. Martelli, Alpignano 1979.
  • Agnolo Poliziano, Stanze per la Giostra; Orfeo; Stanza ingeniosissima Che fai tu Eco mentre io ti chiamo?; Canzonetta Non potrà mai dir Amore; [Precede:] Alessandro Sarti, “Epistola ad Antonio Galeazzo Bentivoglio”, [Firenze, Antonio Tubini, Lorenzo d’Alopa, Andrea Ghirlandi, 1500 circa] (4°, rom., ill.; esemplare consultato in Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Pal. E.6.4.84).
  • R. Bessi, Lo spettacolo e la scrittura, in “Le Tems Revient. ‘l Tempo si rinuova. Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico”, catalogo della mostra (Firenze), a cura di P. Ventrone, Cinisello Balsamo (Milano), 1992,pp. 103-117.
  • F. Cardini, Le insegne laurenziane, in “Le Tems Revient. ‘l Tempo si rinuova. Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico”, catalogo della mostra (Firenze), a cura di P. Ventrone, Cinisello Balsamo (Milano), 1992, pp. 55-74.
  • E. Garbero Zorzi, Lo spettacolo nel segno dei Medici, in “Il Palazzo Medici Riccardi di Firenze”, a cura di G. Cherubini e G. Fanelli, Firenze, Giunti, 1990, pp. 200-219.
  • A. Poliziano, Le Stanze, ed. a cura di M. Martelli, Alpignano 1979.
  • M. Scalini, Il “ludus” equestre nell’età laurenziana, in “Le Tems Revient. ‘l Tempo si rinuova. Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico”, catalogo della mostra (Firenze), cura di P. Ventrone, Cinisello Balsamo (Milano), 1992, pp. 75-102.
  • S. Settis, Citarea “su una impresa di bronconi, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, XXXIV, 1971, pp. 135-177.
  • R.C. Trexler, Public Life in Renaissance, Florence, New York, 1980, pp. 279-330.
  • P. Ventrone, Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, in “Le Tems Revient. ‘l Tempo si rinuova. Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico”, catalogo della mostra (Firenze), cura di P. Ventrone, Cinisello Balsamo (Milano), 1992, pp. 21-5, pp. 21-53.
  • «Le temps revient». «’l tempo si rinuova». Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico (1449-1492), catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 8 aprile – 30 giugno), a cura di P. Ventrone, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 1992, pp. 189-205.