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Giuliano di Piero de’ Medici

Estremi biografici:

Firenze, 1453 - Firenze, 1478


Attività:

Banchiere


Figlio di Piero il Gottoso e Lucrezia Tornabuoni era fratello minore di Lorenzo il Magnifico, con il quale ricevette una formazione culturale di alto livello grazie agli insegnamenti di Gentile Becchi, l’Agiropulo, Marsilio Ficino, Cristoforo Landino. Fece la sua prima apparizione pubblica alla fine di aprile del 1459, quando con Lorenzo affiancò il nonno Cosimo nei festeggiamenti allestiti per dare il benvenuto a Galeazzo Maria Sforza, figlio del duca di Milano. Elegante, affabile e attraente nell’aspetto e nei modi, Giuliano si guadagnò il favore dei fiorentini. Nella giostra del 1469, fu fra i dodici cavalieri che accompagnarono Lorenzo nella “armeggeria”. Nell’aprile dell’stesso anno, andò a Roma con un seguito di 50 cavalieri per andare a incontrare Clarice Orsini, promessa sposa del fratello, e per poi — dopo circa un mese — condurla a Firenze per celebrare le nozze. Alla morte del padre, nel dicembre, assunse con Lorenzo la direzione del banco e la signoria di Firenze. All’indomani di tale evento, infatti, entrambi i fratelli firmarono due lettere redatte da Gentile Becchi, in cui informavano del passaggio di potere rispettivamente il duca di Milano e il marchese del Monferrato. Lorenzo e Giuliano commissionarono ad Andrea Verrocchio il monumento sepolcrale che accolse le spoglie del padre Piero e della zio Giovanni nella Sagrestia Vecchia di San Lorenzo. Fra il 1471 e il 1472 soggiornò a Milano e a Venezia, forse nel tentativo di pianificare un buon matrimonio . Per contro Lorenzo cercava di ottenere dal nuovo papa Sisto IV la porpora cardinalizia per Giuliano, ma invano vista l’avversione del pontefice nei confronti della famiglia Medici. Fu il protagonista indiscusso della giostra cavalleresca tenutasi in piazza Santa Croce il 29 gennaio del 1475, in cui Giuliano dedicò la sua vittoria alla bella Simonetta Cattaneo, genovese di nascita e da poco sposa di Marco Vespucci. Per quella spettacolare occasione, per Giuliano, Sandro Botticelli dipinse lo stendardo, mentre Andrea Verrocchio realizzò l’armatura d’argento e un imponente elmo. Agnolo Poliziano celebrò la vittoria del giovane Medici con le Stanze per la giostra di Giuliano. Nel 1476 Lorenzo e Giuliano vendettero il David bronzeo di Verrocchio (ora Firenze, Museo del Bargello) alla Signoria di Firenze per 150 fiorini. Benché amato dal popolo, Giuliano incorse presto in una tragica fine. Il 26 aprile del 1478 fu assassinato in Duomo nella congiura dei Pazzi colpito da 19 pugnalate per mano di Francesco de’ Pazzi. All’aggressione riuscì invece a sfuggire il fratello Lorenzo, che prontamente impedì ogni rivolgimento politico. All’indomani della drammatica vicenda, Agnolo Poliziano scrisse il Coniurationis Commentarium, dato alle stampe nello stesso 1478, in cui il letterato ricordava le doti fisiche e morali di Giuliano scomparso ad appena venticinque anni. Dal testo si apprende che Giuliano si dilettava nella caccia, nella corsa e negli esercizi atletici, scrisse “etrusca carmina”, fu esperto nell’equitazione e nel tiro del giavellotto. Ebbe una relazione con Fioretta, forse figlia di Antonio Gorini. Si racconta che alla morte di Giuliano, Fioretta fosse incinta. Lorenzo si prese cura del nascituro, chiamato Giulio, che poi sarebbe divenuto cardinale e quindi papa Clemente VII. Giuliano ebbe solenni esequie in San Lorenzo, dove fu sepolto. Le sue spoglie in seguito deposte nella Sagrestia Nuova.

  • Agnolo Poliziano, Stanze cominciate per la giostra di Giuliano di Piero de’ Medici, Bologna, per i tipi di Francesco (Plato) de’ Benedetti, 1494; in Agnolo Poliziano, “Stanze”, ed. a cura di M. Martelli, Alpignano, Tallone, 1979.