Annunciazione
Periodo:
Fine anni Quaranta - fine anni Cinquanta del XV secolo
Luogo:
Londra, National Gallery
Inventario:
NG666
Link:
Tavola, cm 68 × 151,5.
Inserite in una composizione impostata prospetticamente con chiarezza e lucidità, le figure dell’angelo e della Vergine stanno di profilo, l’uno di fronte all’altra. L’angelo, con un abito diaconale e grandi ali dorate tempestate da occhi di pavone, ha varcato la soglia di un giardino, su cui stende un manto erboso illuminato da candide corolle di piccoli fiori. La Vergine siede su un sorta di piccolo trono ligneo con un’alta spalliera, che sul dietro diventa un inginocchiatoio con pedana. Ella interrompe la lettura, nel porticato pavimentato in cotto antistante a un’abitazione. Un drappo giallo copre la spalliera del sedile; una lunga stola dorata e bordata copre la seduta e scende sul pavimento dove la Vergine poggia i piedi; un tappeto più stretto è steso sull’inginocchiatoio. Sul dietro, l’assenza della parete della casa, permette di intravedere l’interno della camera da letto con eleganti mobili intarsiati e una preziosa coperta broccata. Sulla balaustra in pietra che divide il giardino dal porticato si erge in primo piano un vaso baccellato con gigli bianchi, simili a quello in mano dell’angelo. Sotto il vaso, nella faccia del piedistallo è incisa l’impresa medicea dell’anello diamantato, con il filatterio intrecciato e le tre piume infilate. In alto, dalla sommità appare il braccio di Dio con la mano benedicente, da cui si diffonde una luce dorata verso la colomba dello Spirito Santo, che volando ha lasciato una traiettoria a spirale. Sul ventre di Maria, la veste rosa toccata dai raggi luminosi provenienti dal becco dell’uccello svolazzante, si lacera leggermente.
Firenze, “casa vecchia” dei Medici (?); Palazzo Medici (almeno nel 1848); fratelli Metzger (1848); Sir Charles Eastlake (1855); Londra, National Gallery (1861; dono di Ch. Eastlake). La lunetta e quella raffigurante i Sette Santi furono acquistate nel 1848 dai fratelli Metzger mentre erano in Palazzo Medici. Furono donate al museo inglese da Charles Eastlake che aveva comprato i dipinti dai Metzger nel 1855. I due dipinti, unanimamente riferiti a Filippo Lippi, dovevano far parte dell’arredo ligneo di qualche stanza, dove forse avevano la funzione di testate di letti o sovrapporte. Le tavole infatti non sono ricordate negli inventari dei beni medicei, perchè da questi erano esclusi gli arredi inamovibili. La presenza dell’impresa medicea dell’anello diamantato in primo piano conferma la committenza medicea. Incerte sono la datazione e il committente delle due opere.Le datazioni proposte oscillano fra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta. La critica quindi ha ipotizzato che le lunette siano state realizzate per Cosimo il Vecchio o più probabilmente per Piero de’ Medici, magari dopo le sue nozze con Lucrezia Tornabuoni in vista della nascita del primogenito Lorenzo, sono state datate intorno al 1448-1449 (Davies 1950 e 1961). Proprio i Sette Santi hanno portato poi la critica a ritenere che i due dipinti siano stati realizzati per Pierfrancesco de’ Medici, il cui nome potrebbe essere richiamato dai santi Francesco e Pietro Martire, alle estremità della lunetta. L’occasione della commissione potrebbe essere stata il matrimonio con Laudomia Acciaioli nel 1456, negli anni in cui rimase l’unico proprietario della “casa vecchia” di famiglia mentre Cosimo faceva costruire il palazzo nuovo su via Larga (Ruda 1993). Tale datazione, fra l’altro,si concilierebbe con lo stile pittorico delle opere, accostabile a quello della Adorazione di Palazzo Medici eseguita entro il 1459 per la cappella di Palazzo Medici. Resta comunque ignoto il momento in cui le lunette sono entrate in Palazzo Medici.
- C. Acidini Luchinat, Il mecenatismo familiare, in “‘Per bellezza, per studio, per piacere’ Lorenzo il Magnifico e gli spazi dell’arte”, a cura di F. Borsi, Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 1991, pp. 101-124.
- C. Acidini Luchinat, L’immagine medicea: i ritratti, i patroni, l’araldica e le divise, in “‘Per bellezza, per studio, per piacere’: Lorenzo il Magnifico e gli spazi dell’arte”, a cura di F. Borsi, Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 1991, pp. 125-142.
- F. Ames-Lewis, Art in the service of the family: the taste and patronage of Piero di Cosimo de’ Medici, in “Piero de’ Medici ‘il Gottoso’” (1416 – 1469).
- Kunst im Dienste der Mediceer, a cura di A. Beyer e B. Boucher, Berlin, Akademie Verlag, 1993 (‘Artefakt’; 6), pp. 207-220.
- M. Davies, Fra Filippo Lippi’s Annunciation and Seven Saints, in “Critica d’Arte”, 3a serie, VIII, 1950, pp. 356-363.
- D. Kent, Cosimo de’ Medici and he Florentine Renaissance, London, University Press, London 2000; ed. It. D.K., Il committente e le arti. Cosimo de’ Medici e il Rinascimento fiorentino, Milano, Electa, 2005, pp. 328-330.
- M.P. Mannini – M. Fagioli, Filippo Lippi. Catalogo completo, Firenze, Octavo Franco Cantini Editore, 1997, p. 126 n. 51 a.
- J. Ruda, Fra Filippo Lippi. Life and work with a complete catalogue, New York – London, Phaidon Press, 1993, pp. 199-203 cat. n. 50 a,b.