Busto di Giuliano di Piero de’ Medici
1480 ca.
Luogo:
Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Marmo, h. cm. 63 ca.
Il busto ritrae un giovane uomo, in abito quattrocentesco, con i capelli a zazzera con morbidi e larghe cicche a ricciolo che incorniciano il volto. Ha lo sguardo abbassato, gli occhi allungati, gli zigomi prospicienti, le guance scavate, il mento prominente. Tale fisionomia trova rispondenza nei numerosi ritratti post mortem di Giuliano di Piero de’ Medici (nella scheda relativa al Personaggio si veda in particolare l’Iconografia). In particolare l’effigiato trova strette rispondenze fisionomiche con il piccolo ritratto nella serie medicea su stagno realizzata dal Bronzino e dai suoi aiuti per il duca Cosimo I: il dipinto cinquecentesco, evidentemente desunto dalla scultura, reca la scritta (Iulianus Med(ices) Petri F(ilius) Cosmi P(atri) P(atriae) Nep(os)) che identifica il personaggio.
Collezioni medicee.
La scultura ritrae Giuliano de’ Medici ( 1453-1478), figlio di Piero il Gottoso e fratello minore di Lorenzo il Magnifico, morto nella congiura dei Pazzi nel 1478.
In passato, l’opera è stata riferita a Giovan Francesco Rustici e collocata nel terzo decennio del Cinquecento sotto la committenza di papa Clemente VII, figlio naturale di Giuliano (Langedijk 1981-1983). Di recente (F. Caglioti, in Eredità del Magnifico… 1992), la scultura è stata attribuita a Matteo del Pollaiolo, artista poco noto, fratello di Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, allievo assai dotato di Antonio Rossellino ma morto prematuramente a soli diciannove anni. Matteo è l’artefice di alcuni degli Apostoli della Confessione di San Pietro in Vaticano, realizzati per Sisto IV (1471-1484), con cui può essere confrontato per via stilistica il busto del Bargello.
Il modello probabilmente fu la maschera funeraria in gesso che dovette esser fatta sul viso – sia pur martoriato – del giovane assassinato. Da essa dipenderebbe anche la medaglia della Congiura dei Pazzi di Bertoldo. Proveniente dalle collezioni medicee, il busto non è registrato nell’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico del 1492. Le ipotesi, a questo punto sono molte e nessuna supportata da alcuna prova documentaria. La scultura potrebbe dunque essere appartenuta agli altri rami della famiglia, residente in altre abitazioni di via Larga, fra cui la “casa vecchia”, dove comunque risulta custodito uno dei vari ritratti eseguiti da Botticelli (Bergamo, Accademia Carrara; Berlino, Staatliche Museen; Washington, National Gallery). Infine, l’opera poteva essere stata originariamente destinata a una ubicazione pubblica, quale poteva essere il sepoltuario di San Lorenzo.