Fregio con festoni e medaglioni
1460-1465 circa
Committente / Collezionista:
Luogo:
Firenze, Palazzo Medici, cortile 'delle colonne' (o di Michelozzo)
Realizzato dalla bottega di Donatello.
Il fregio del cortile di Michelozzo presenta, sopra le arcate, su ciascuno dei quattro lati festoni a graffito di foglie e frutti con nastri, alternati a tre medaglioni in marmo scolpiti a rilievo. I medaglioni al centro presentano le “palle” (bisanti) dello stemma mediceo inseriti entro scudi di varia forma. Tali stemmi recano la palla sulla sommità ‘caricata’ dei tre gigli, insegna dei reali di Francia, onorificenza concessa a Piero il Gottoso da Luigi XI nel 1465. I medaglioni laterali di ciascun lato raffigurano scene figurate di soggetto perlopiù mitologico. Le scene sono le seguenti, iniziando dalla parete est (quella dell’ingresso) e procedendo in senso orario: Chirone (con le ‘palle’ medicee nel cesto caricato sulle spalle) e Prigioniero sul lato orientale; Diomede e il Palladio e Satiro e il piccolo Dioniso, sul lato meridionale, dal quale si accedeva ai piani superiori tramite una scala; Poseidon e Athena in gara per il dominio dell’Attica e Dedalo e Icaro con Pasiphae e Artemide sul lato occidentale, da cui si entra nel giardino; Trionfo di deità antiche (Bacco e Arianna ?) su un carro condotto da “Psychai” e Bacco e Arianna a Nasso, sul lato settentrionale, su cui si affacciava la “camera grande terrena”. Sette delle composizioni nei medaglioni sono derivate da famose gemme antiche, di cui al tempo della realizzazione del fregio solo alcune erano custodite in Palazzo Medici, mentre le altre (quelle con Diomede e il Palladio e il Trionfo di Bacco e Arianna) erano nella collezione di Paolo II Barbo a Roma. Diversamente il rilievo con il Prigioniero è tratto dalla parte inferiore del fronte di un sarcofago romano, allora posto all’esterno del Battistero. A più riprese la critica ha cercato di stabilire un nesso tematico e iconologico che permettesse di considerare la serie dei medaglioni come un ciclo unitario (Wester, Simon 1965), magari in relazione con le altre opere scultoree dell’ambiente, quale il David di Donatello in origine al centro del cortile. Al di là di tali interpretazioni spesso poco convincenti, la serie dei medaglioni certo testimonia il precoce interesse antiquario dei Medici, che si riflette poi fattivamente nel collezionismo (Dacos 1973, p. 147; Caglioti 2000, p. 394). Per le proposte attributive avanzate dalla critica per i medaglioni del fregio, cfr. Caglioti 2000, pp. 392, nota 48. Fra gli artisti della bottega di Donatello che potrebbero essere intervenutoi nella realizzazione dei tondi, si ricorda Bertoldo di Giovanni collaboratore nelle ultime opere del maestro, fra cui i rilievi ora nei pulpiti di San Lorenzo.
Nel 1452 sono documentati pagamenti allo scultore Maso Bartolomeo per la decorazione a graffito di fregio e architrave, che insieme correvano nel cortile fra le arcate del porticato e le finestre del primo piano. L’attuale fregio venne quindi eseguito successivamente, dato che con i medaglioni in marmo hanno come termine post quem il 1465, anno in cui Luigi XI concesse a Piero il Gottoso l’onore di apporre al proprio stemma l’insegna dei reali di Francia, i gigli d’oro su fondo azzurro, che vediamo negli stemmi medicei del fregio nel cortile.
- U. Bracker-Wester, E. Simon, Die Reliefmedaillons im Hofe des Palazzo Medici zu Florenz, in “Jahrbuch der Berliner Museen”, N.F., VII, 1965, pp. 15-91.
- N. Dacos, La fortuna delle gemme medicee nel Rinascimento, in “Il tesoro di Lorenzo il Magnifico. I: Le gemme”, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 1972) a cura di N. Dacos, A. Giuliano, U. Pannuti, Firenze, Sansoni, 1973, pp. 131-156.
- A. Foratti, I tondi nel cortile del Palazzo Riccardi a Firenze, in “L’Arte”, XX, 1917, pp. 19-30.
- Il Palazzo Medici Riccardi di Firenze, a cura di G. Cherubini e G. Fanelli, Firenze, Giunti, 1990.
- E. Simon, Das humanistische Programm der Tondi im Hof des Palazzo Medici zu Florenz, in E. Simon, “Schriften zur Kunstgeschichte”, Stuttgart, Steiner, 2003 (‘Schriften der Wissenschaftlichen Gesellschaft an der Johann-Goethe-Universität Frankfurt am Main. Geisteswissenschaftliche Reihe’; 17), pp. 67-119.
- M. Vitiello, La committenza medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici, Roma, Gangemi, 2004, pp. 81-83.