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San Gerolamo in penitenza

Autore:
Periodo:

1435-1437 (?)


Committente / Collezionista:
Luogo:

Altenburg, Staatliche Lindenau Museum


Tavola, cm. 54 x 37 (superficie dipinta: cm. 46,8 x 30).

Iscrizioni:

A tergo, monogramma impresso a fuoco, composto dalle lettere “C” e “D” incrociate.

Il piccolo dipinto presenta la superficie dipinta molto consunta e con estesi ritocchi. E’ una delle prime rappresentazioni di San Gerolamo penitente ed eremita: infatti il santo veniva di solito rappresentato nella sua veste cardinalizia all’interno di uno studiolo, intento a scrivere ea leggere libri e codici (si veda la scheda San Girolamo nello studio, di Jan van Eyck (?)). Il dipinto, rifacendosi in maniera puntuale alle fonti agiografiche, presenta in primo piano un giovane monaco che, su ordine di San Gerolamo, si avvicina al leone per togliergli la spina. Dietro al leone si intravede la testa di una leonessa, fra le rocce: secondo i Padri della Chiesa, se il leone è allegoria di Gesù Cristo, la leonessa allude a Maria, “Madre del leone”. San Gerolamo, poco più in alto sulla destra, è inginocchiato davanti a una tettoia in legno sotto la quale si intravede il cappello cardinalizio. L’eremita, seminudo, è rivolto verso un teschio e tiene in mano una croce e una pietra, con cui si colpisce il petto in segno di penitenza. Lo circondano rocce a gradoni, sovrapposte le une alle altre a formare un anfratto, che isola la scena in primo piano dal paesaggio circostante e dallo sfondo. Sulla sinistra, in lontananza, si intravede una chiesa: l’edificio forse fa riferimento al monastero entro cui – secondo le fonti – avvenne l’episodio leggendario. Il dipinto del Lippi è un precoce esempio di un’iconografia poi molto diffusa nell’arte fiorentina.

Commissione e vicende:

Il dipinto di Filippo Lippi, ricordato dal Vasari (1568), è menzionato in una lettera del 1439 indirizzata dal pittore a Piero di Cosimo de’ Medici, chiedendone il pagamento. Dunque Piero il Gottoso potrebbe essere stato il committente dell’opera (Ruda 1993). Il San Gerolamo penitente di Altenburgè inoltre identificabile con una piccola tavola di analogo soggetto registrata in Palazzo Medici dall’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico nel 1492 (si veda Archivio/Documenti). Secondo il documento la tavoletta si trovava nell’anticamera della camera di Lorenzo al primo piano. Nella descrizione l’inventario identifica erroneamente il giovane monaco con San Frencesco (vedi sopra, Descrizione) E’ inoltre presente nella Guardaroba di Cosimo I de’ Medici nel Cinquecento. L’opera è attribuita al Lippi dal 1897 e unanimamente dagli anni Trenta del Novecento. E’ ignoto il significato nel monogramma “CD” a tergo.

Firenze, “casa vecchia” dei Medici (?); Palazzo Medici (1492); Collezioni di Cosimo I de’ Medici, Guardaroba di Palazzo Vecchio. Acquistato da Bernhard von Lindenau, nel 1848; lascito del 1854 allo Staatliches Lindenau Museum, Altenburg.

  • J.H. Beck, The Medici Inventory of 1560, in “Antichità Viva”, XIII, 1974, n. 3, pp. 64-66.
  • J. H. Beck ,The Medici inventory of 1560, in “Antichità Viva”, XIII, 1974, n. 5.
  • Da Bernardo Daddi al Beato Angelico a Botticelli: dipinti fiorentini del Lindenau-Museum di Altenburg, catalogo della mostra (Firenze, Museo di San Marco) a cura di M. Boskovits con l’assistenza di D. Parenti, Firenze, Giunti, 2005.
  • Libro d’Inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, a cura di M. Spallanzani e G. Gaeta Bertelà, Firenze, S.P.E.S., 1992, c. 16v.
  • M.P. Mannini – M. Fagioli, Filippo Lippi. Catalogo completo, Firenze, Octavo Franco Cantini Editore, 1997, p. 90 n. 10.
  • Ruda J., Fra Filippo Lippi, London, Phaidon Press, 1993.
  • G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, Fiorenza, Appresso Lorenzo Torrentino, 1550, 2 voll.; ed. in G.V., Le Vite…, nelle redazioni del 1550 e 1568, con testo a cura di R. Bettarini, commento secolare di P. Barocchi, Firenze, S.P.E.S., 1966-1987, 6 voll.
  • G. Vasari, Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori, et architettori, riviste e ampliate, Fiorenza, Appresso i Giunti, 1568, 3 voll.; ed. in G.V., Le opere, con nuove annotazioni e commenti di G. Milanesi, Firenze, Le Monnier, 1878-1885, 9 voll., I-VII, 1878-1881; ristampa, Firenze, Sansoni, 1906.