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Istorie fiorentine

Segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina, Nicolò Machiavelli (Firenze 3.5.1469 – 22.6.1527) fu costretto a lasciare la vita politica una volta rientrati i Medici nel 1512. Si dedicò quindi alla stesura delle sue opere maggiori. Nel 1520 papa Clemente VII Medici, che gli affidò ancora alcune missioni diplomatiche, gli chiese di scrivere le Istorie fiorentine. La seconda citazione di Palazzo Medici fa intuire che esso veniva utilizzato dai proprietari e signori di Firenze anche come sede semi-ufficiale al posto di Palazzo della Signoria, forse velatamente in contrapposizione con esso.

Nicolò Machiavelli

1520-1527

Istorie fiorentine

A questi sacri edifizi si aggiungono le private sue case, le quali sono: una della città, di quello essere che a tanto cittadino si conveniva; quattro di fuora, a Careggi, a Fiesole, a Cafaggiuolo e al Trebbio: tutti palagi non da privati cittadini, ma regii.
(Libro VII, paragrafo V)

E perché Piero per la debilità del corpo non si poteva intervenire, tutti d’accordo deliberarono andare alle sue case a trovarlo, eccetto che Niccolò Soderini…
(Libro VII, paragrafo XVI)