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Epoca Riccardi 1659-1814

Alexandre Davy de la Pailleterie detto Dumas padre (Villers-Cotterets, 1802 – Puys, 1870), padre del più celebre romanziere, fu scrittore rinomato. Iniziò come autore teatrale per dedicarsi poi alla letteratura d’appendice. Da tale attività emersero romanzi di grande successo, come Il conte di Montecristo e I tre moschettieri.
Dopo aver partecipato alle campagne napoleoniche d’Italia, Austria e Prussia, nel 1814 Stendhal (Grenoble, 1783 – Parigi, 1842) si stabilì in Italia: risiedette a Milano fino al 1821 e quindi, dopo un soggiorno a Parigi, fu console a Civitavecchia dal 1831. Autore di saggi, romanzi (La certosa di Parma; Il rosso e il nero), novelle e scritti autobiografici, il letterato francese scrisse anche varie resoconti di viaggi: Roma, Napoli, Firenze nel 1817, Passeggiate romane nel 1829, Memorie di un turista nel 1838.
Ai primi dell’Ottocento, Wolfang Goethe, Chateaubriand e madame de Stael non fanno alcun cenno a Palazzo Medici Riccardi nei propri diari di viaggio; diversamente Johann Seume (1763-1810) ne fa un breve cenno. L’originale letterato compì un lungo viaggio, da Lipsia a Palermo e ritorno, a piedi portando con sé diversi volumi di autori classici.
Antoine Claude Pasquin detto Valery era bibliotecario regio a Versailles. Scrisse e pubblicò i Voyages, in cui descrive minutamente i luoghi da lui visitati e nel contempo dà molte indicazioni utili a chi viaggia. Quando soggiornò a Firenze, visitò gli edifici più importanti ma anche quelli meno celebrati.
Cochin fu un importante disegnatore e incisore. Nel testo si mostra interessato soprattutto ai dipinti conservati nel palazzo dei Riccardi, manifestando particolare ammirazione per Rembrandt e Bergognone. L’artista francese cita inoltre opere di Jan I de Velours, Brueghel, Teniers, Lorrain, Ruisdael, Wourmans, Nicklaus Berghem, Peter Neefs, Bellotto, Furini, Francesco Vanni, Parmigianino, Veronese, e ancora Borgognone e Pompeo Batoni. Alcuni dipinti elencati da Cochin, citati anche negli inventari della collezione Riccardi, sono stati identificati con opere oggi custodite in raccolte internazionali (si veda G. De Juliis, Appunti su una quadreria fiorentina: la collezione dei marchesi Riccardi, in “Paragone”, XXXII, n. 375, pp. 57-92.).
Descrizione del Palazzo dei Riccardi con riferimento all'Apoteosi dei Medici dipinta da Luca Giordano.
Descrizione della Cappella dei Magi realizzata da un anonimo nei primi anni del XVIII secolo
Il palazzo, una volta divenuto di proprietà dei Riccardi nel 1659, non riscosse più particolare interesse da parte dei viaggiatori stranieri. Ma nella letteratura locale risulta considerato uno degli edifici della città più importanti. La descrizione approntata da Ferdinando Leopoldo Del Migliore nella sua Firenze illustrata risulta particolarmente attenta e ricca di informazioni rispetto alle precedenti.
Scrittore e filosofo francese, Montaigne (Saint-Michel-de-Montaigne 1533 – 1592) dopo un periodo di attività pubblica si ritirò nelle proprie terre da dove si mosse solo per compiere un viaggio in Italia. Di questo dette un puntuale resoconto. Durante tale viaggio, Montaigne fece un breve soggiorno a Firenze, città per la quale non manifestò un particolare interesse. Risulta assai incolore anche il commento nei confronti di Palazzo Medici. L’edificio comunque suscitò la curiosità del letterato poichè aveva visto nascere la regina di Francia, Caterina de’ Medici.