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Firenze, Palazzo Medici Riccardi, giardino (almeno fino al XV secolo, sesto-settimo decennio).

Tutte le fonti letterarie cinquecentesche relative alla storia di Palazzo Medici e al suo arredo artistico (vedi qui: Archivio / Antologia) ricordano che Donatello fece una vasca (“vaso”) in granito, dotata di ornamenti di marmo e di sistema idraulico che le permetteva di “gettare” acqua, per la “casa” ovvero il “palazzo” dei Medici. Nessun testo però testimonia l’esatta ubicazione della fontana nel complesso della residenza di via Larga. La vasca in granito non era probabilmente nel giardino, dove invece – come ricordano puntualmente documenti e fonti – si ergeva la fontana marmorea, identificata con quella ora in Palazzo Pitti attribuibile a Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano. L’opera donatelliana doveva trovarsi altrove, per esempio nella loggia del giardino o nel quadriportico del Cortile di Michelozzo, facilmente accostata a muro. Le fonti cinquecentesche sopra citate riferiscono che Donatello fece una vasca simile anche per il giardino dei Pazzi. Nel quinto decennio del Cinquecento la fontana donatelliana dovette essere smontata e trasferita altrove, visto che Vasari nell’edizione Torrentiniana delle Vite (1550) la descrive al passato (“che gettava acqua”) e non ricorda più gli “ornamenti in marmo” e le “figure”, citati invece dalle fonti precedenti fino agli anni Trenta. L’opera da allora è andata dispersa. E’ incerta la datazione della vasca di granito per i Medici. Potrebbe essere stata realizzata da Donatello prima del 1456 per la “Casa vecchia” (vd. Scheda su Arredi della “casa vecchia”) e poi trasferita nel nuovo palazzo di via Larga, come nel caso del David bronzeo. Donatello però potrebbe averla ideata anche dopo il 1459, delegandone l’esecuzione ad aiuti, nell’ambito di una serie di commissioni artistiche avviate fin verso il 1464 da Cosimo il Vecchio, ormai stanco e anziano, e soprattutto dal figlio Piero per la sistemazione del nuovo palazzo (Caglioti 2003, p. 183 note 28 e 36).