Figura di fanciullo alato (‘Spiritello’) per fontana
Periodo:
Intorno al 1432 (Draper in Giovinezza... 1999) oppure entro il 1460 circa (Caglioti 2000 e segg.).
Committente / Collezionista:
Luogo:
New York, Metropolitan Museum of Art
Inventario:
inv. n. 1983.356
Link:
Bronzo dorato, h. cm. 61,5.
La figura alata era il coronamento di una fontana posta all’interno di un cortile o di un giardino del Quattrocento. Il piccolo bambino si erge su un piede, che doveva in origine poggiare su una superficie curva, probabilmente una sfera, mentre tiene l’altro sollevato all’indietro. Porta una mano al fianco mentre l’altra è sospesa davanti alla bocca che soffia. Per questo il fanciullo ha le guance gonfie e il viso volto verso l’alto, incorniciato dalle ciocche ricciolute dei capelli che vanno all’indietro sulla testa. Il fanciullo è dotato di tre coppie di ali, ai piedi e dietro le spalle. Piume piccole come peluria arricciata sembrano spuntare dall’epidermide del piede e delle ascelle per poi andare a rivestire la struttura delle ali, ai lati di ciascuna delle caviglie e dietro le spalle. Sul dietro in fondo alla schiena ha una piccola coda. Nella mano destra, il putto teneva una bacchetta che sorreggeva un attributo e si inseriva nel solco inciso nel palmo. Si trattava forse di una girandola, che lo spruzzo dell’acqua in uscita dalla bocca faceva girare. Le ali ai piedi hanno portato a riconoscere nel personaggio Mercurio bambino (Draper in Giovinezza… 2000). L’identificazione non risolve però vari elementi di ambiguità, in particolare le ali alle spalle che rimanda a Cupido e la coda sulla schiena, attributo proprio dei satiri.
Firenze, “casa vecchia”, giardino (1432 ca.) (?); Palazzo Medici Riccardi, giardino, sulla fontana marmorea (1460 circa) (?). Gran Bretagna, Cumbria, castello di Muncaster (1875); New York, Metropolitan Museum (1983, acquistato per scambio con donazione di Mrs Samuel Reed, Rogers Fund e Louis V. Bell Fund). Il putto alato, riferibile a un ambito prossimo a Donatello, è stato costruito per essere collegato al sistema idraulico di una fontana, come fa ben capire la tubatura in rame, ancora presente quando il museo ha comprato l’opera (1983), che percorreva la gamba e il corpo fino alla bocca. Non si conosce con certezza l’originaria provenienza dell’opera, che era certo destinata a coronare una fontana al centro di un giardino o di un cortile di una residenza signorile, spesso sormontate da “spiritelli” alati. Il putto alato in bronzo dorato è stato identificato con lo “spiritello” che si ergeva sulla sommità della fontana nel giardino della “casa vecchia” di proprietà di Cosimo e Lorenzo di Giovanni Medici. La fontana, a due piani , venne consegnata dallo scalpellino Betto d’Antonio nel 1432. Il 26 marzo dello stesso anno veniva pagato un certo Antonio, pittore, per la doratura di uno “spiritello” destinato a coronare la stessa fontana (Shearman 1975; Carl 1990; Draper in Giovinezza… 1999). Si è quindi ritenuto che tale “spiritello” si trovasse ancora nella sua collocazione ai primi del Cinquecento, identificandolo con “l’idolo in bronzo in su la palla” registrato dall’inventario della “casa vecchia” del 1503 e da quello del 1516 (Carl 1990). Invece, dagli studi recenti (Caglioti 2003 e precedenti), risulterebbe possibile che il bronzo ora a New York si trovasse intorno al 1460 sulla fontana marmorea realizzata da Antonio Rossellino per il giardino di Palazzo Medici ormai concluso e in corso di allestimento, sotto la supervisione dei padroni di casa Cosimo il Vecchio, ormai molto anziano, e il figlio Piero. Dunque, il bronzo di New York potrebbe essere stato realizzato intorno al 1432 per la fontana della “casa vecchia” e poi trasferito nel palazzo di via Larga, una volta concluso, oppure potrebbe essere stato realizzato direttamente per la fontana marmorea di Palazzo Medici (1460 ca.; cfr.) (Caglioti 2003 e precedenti, che riferisce l’opera a Donatello forse con la collaborazione di Bertoldo di Giovanni). In quest’ultimo caso, è stato proposto di identificare lo spiritello del 1432 con quello di ambito donatelliano con ghirlanda in capo, ali spiegate e pesce sulle spalle, ora al Victoria & Albert Museum di Londra (Caglioti 2000, p. 377 nota 85). Al di là delle varie ipotesi, risulta indubbio che la struttura, la posa, la funzione dello “spiritello” dorato e il probabile attributo, in origine stretto nella sua mano destra, tornano nel Mercurio adulto (Cambridge, Fitzwilliam Museum) che Giovanfrancesco Rustici realizzò per la medesima fontana di Palazzo Medici nel 1515-16 per ordine del cardinale Giulio de’ Medici, dopo la visita di papa Leone X. L’opera del Rustici andava dunque a sostituire la scultura preesistente sparita dopo la requisizione del 1495 da parte del governo della Repubblica e mai più rientrata con il ritorno della famiglia Medici dall’esilio. La stessa operazione si stava tentando di fare per i capolavori di Donatello, la Giuditta e il David rimasti in Palazzo Vecchio. L’opera è comparsa nel castello di Muncaster nel nord-est dell’Inghilterra (Cumbria) nel 1875. Il Metropolitan Museum l’ha acquistata nel 1983, per scambio con donazione di Mrs Samuel Reed, Rogers Fund e Louis V. Bell Fund.
- F. Caglioti, Dal giardino mediceo di Via Larga : la fontana marmorea in cima allo Scalone del Moro, in “Palazzo Pitti. La reggia rivelata”, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti) a cura di G. Capecchi, A. Fara, D. Heikamp, Firenze, Giunti, 2003 pp. 164-183.
- F. Caglioti, Donatello e i Medici. Storia del David e della Giuditta, Firenze, Olschki, 2000, 2 voll. (‘Studi / Fondazione Carlo Marchi per la Diffusione della Cultura e del Civismo in Italia’; 14).
- D. Carl, La Casa Vecchia dei Medici e il suo giardino, in “Il Palazzo Medici Riccardi di Firenze”, a cura di G. Cherubini e G. Fanelli, Firenze, Giunti, 1990, pp. 38-43, in part. p. 42.
- Giovinezza di Michelangelo, catalogo della mostra (Firenze), a cura di K. Weil-Garris Brandt, C. Acidini Luchinat, J.D. Draper, N. Penny, Firenze-Milano, Artificio-Skira, 1999, pp. 254-255 n. 24.
- J. Shearman, The Collections of the Younger Branch of the Medici, in “The Burlington Magazine”, CXVII, 1975, pp. 12-27, in part. p. 27 note 76 e 80.