Fontana, con stemmi ed emblemi medicei
1459-1464 circa
Committente / Collezionista:
Luogo:
Firenze, Palazzo Pitti, Salone del Moro
Marmo, alt. dell’insieme cm. 307 ca..
Aggiunte nella parte alta: Putto con oca attribuita alla cerchia del Tribolo e Coppa superiore, verso il 1550.
Iscrizioni:
Nella targa sul terzo lato del piedistallo triangolare: “ne sis preda tuis, atheon, deus aureus unda / in volucres vertit veladamanta viros” (trad.: “Affinché tu, come un novello Atteone, non sia preda dei tuoi, il dio dorato muta con l’acquagli uomini in uccelli e in diamante”).
Nei cartigli che accompagnano l’anello con la punta di diamante : “semper”.
La fontana quattrocentesca è costituita da cinque parti: lo zoccolo a base triangolare con zampe leonine; un piede rastremato con baccellatura concava e con una fascia di corde doppie intrecciate in basso;un’ampia vasca anch’essa baccellata ornata in basso da una ghirlanda di foglie e bacche stretta da un nastro e, in alto tangente all’orlo,un fregio con coppie di delfini, di profilo legati per la coda sopra una valva di conchiglia, alternate a vasi biansati variati negli ornati;un parallelepipedo che sollevava dall’acqua della vasca il fusto soprastante; un fusto con la forma di un’elegante anfora con anse, a corde con nodi e trecce, alternate a protomi leonine.
Un sesto elemento è il grande bacino circolare a terra che come un grande vassoio, doveva raccogliere l’acqua che tracimava dalla vasca. Tale elemento — o un altro simile — doveva far parte fin dall’origine della fontana.
La fontana è sormontata da elementi cinquecenteschi (la coppa superiore e il Putto con l’oca)aggiunti posteriormente che non le appartenevano, di varia provenienza. La coppa superiore molto semplice ha al centro il sostegno per una base circolare. Invece il putto poggia su una base quadrangolare più grande del sostegno sottostante.
Si veda la descrizione in Caglioti 2000, p. 362.
Firenze, Palazzo Medici Riccardi, giardino (almeno fino al 1576, non oltre il 1598); Villa di Castello (XIX sec.?); Palazzo Pitti (1889); Palazzo Pitti, Scalone Del Moro (dal 1894).
La fontana è un’opera di straordinaria fattura, sia per il disegno della struttura — che dovette costituire un prototipo per gli esemplari successivi — sia per la ricca ornamentazione ‘all’antica’ che la rivestono interamente. E’ il più antico esemplare di fontana di destinazione privata a vasche concentriche, a vasi e balaustri plurimi in Toscana e quello meno lacunoso e meglio conservato del Primo Rinascimento italiano.
Solo di recente (Caglioti 2000 e seguenti), è stata compresa l’originaria provenienza dell’opera: Palazzo Medici, dove si trovava anche una vasca in granito di Donatello, andata perduta. Dopo molte incertezze e varie proposte attributive avanzate dalla critica, la fontana è stata riferita ad Antonio Rossellino con la collaborazione di Benedetto da Maiano ed è stata datata fra il 1459 e il 1464, cioè in anni in cui Cosimo il Vecchio e il figlio Piero il Gottoso si occupavano insieme dell’arredo e dell’allestimento del palazzo in via Larga appena concluso (ancora Caglioti 2000).
Sulla fontana svettava uno Spiritello, un putto alato in bronzo dorato (“deus aureus”), ricordato anche dal distico elegiaco nel terzo lato del piedistallo, forse dettato da Gentile Becchi. Tale coronamento doveva essere quantomeno affine allo Spiritello di ambito donatelliano ora al Metropolitan Museum di New York: infatti, questo bronzo di eccellente qualità, dotato di sistema idraulico interno, presenta caratteri e cronologia che ben si confanno alla fontana ora a Pitti, pur non essendoci dati documentari che certifichino una sicura identificazione.
La fontana del Rossellino era collocata al centro del giardino di Palazzo Medici, lungo l’asse visivo che dal portale principale su via Larga andava verso ovest e perveniva — attraverso il cortile delle colonne, oltrepassando il piedistallo su cui era posto il David bronzeo di Donatello, superando la porta che immetteva nel giardino — fino al portale su via Ginori,
Negli stessi anni Antonio Rossellino realizzò un’altra fontana con una struttura analoga a quella medicea per un giardino delle case Pazzi, allora fra Borgo degli Albizi e via dell’Oriolo (Caglioti 2003). L’opera marmorea è identificabile con la pila già in collezione Blumenthal e ora al Metropolitan Museum di New York. Anche nel giardino Pazzi c’era una vasca in granito realizzata da Donatello in parallelo a quella analoga fatta per il giardino Medici.
In occasione delle confische del 1495, dopo la cacciata dei Medici, probabilmente venne prelevato lo Spiritello dorato che svettava in cima alla fontana. Con il rientro della famiglia nel 1512, esso fu sostituito dal Mercurio in bronzo realizzato nel 1515 da Giovan Francesco Rustici nel 1515 per desiderio del cardinale Giulio de’ Medici (ora al Fitzwilliam Museum di Cambridge).
Descritta da Vasari nelle edizioni delle Vite del 1550 e del 1568, la fontana risulta ancora in Palazzo Medici nel 1576. L’inventario del 1598 registra il Mercurio del Rustici e altri pezzi bronzei smontati dalla struttura marmorea della fontana, che evidentemente nel frattempo era stata trasferita.
I marmi ricompaiono a villa di Castello (Milanesi 1878), dove probabilmente erano arrivati al tempo degli ultimi Lorena. Col tempo, intanto, la Fontana medicea ha perduto altri elementi, come alcuni fanciulli che — secondo il Vasari (1568) — spalancavano la bocca a delfini che gettavano acqua ed erano probabilmente posti alla base del fusto ad anfora. Sono inoltre dispersi i globi di pietra sotto le zampa leonine del piedistallo, documentati da un fotografia del 1885 dell’Archivio Alinari (n. 14710), che ritrae la fontana dentro la Grotta degli animali, proprio a Castello (Caglioti 2000, fig. 313). La foto testimonia anche che la fontana quattrocentesca era già sormontata dai due pezzi di metà Cinquecento, il Putto con l’oca e la coppa superiore, aggiunti probabilmente negli anni della permanenza nella villa medicea.
Nel 1889 arrivò a Palazzo Pitti e cinque anni dopo è stata trasferita nello Scalone Del Moro appena costruito (1892-1894).