Oggi chiuso

Base con arpie

Autore:
Periodo:

1455-1459 circa


Committente / Collezionista:
Luogo:

Perduta (due frammenti identificati in due marmi ciascuno con una Testa di arpia rispettivamente a Siena, collezione Chigi-Saracini, e Firenze, Museo Horne).


Inventario:

inv. FAC 1438


Link:

Museo Horne, Firenze

Dalle descrizioni delle fonti, in particolare il Vasari (1568), si ricava la base su cui venne eretto il David di Donatello al centro del cortile in Palazzo Medici verso il 1459, era costituita dal fusto di una colonna color rossiccio, dunque probabilmente realizzata in porfido, da una base in marmo con alcune Arpie e alcune ornamentazioni a viticcio in bronzo.

Firenze, Palazzo Medici, al centro del cortile (fino all’ottobre del 1495); Palazzo Vecchio, al centro del primo cortile (1495-1555 circa); Palazzo Vecchio, primo cortile, nicchia sul lato orientale del portico (1570 circa-1592); Palazzo Pitti, Sala Bianca, sopra un camino (almeno dal 1638 al 1772); Galleria degli Uffizi (Baldinucci 1681-1728; vedi Bibliografia). Dalle descrizioni delle fonti, in particolare il Vasari (1568), si ricava la base su cui venne eretto il David di Donatello al centro del cortile in Palazzo Medici verso il 1459, era costituita dal fusto di una colonna color rossiccio, dunque probabilmente realizzata in porfido, da una base in marmo con alcune Arpie e alcune ornamentazioni a viticcio in bronzo.

Commissione e vicende:

Nonostante la carenza di documenti noti, studi recenti hanno apportato contributi fondamentali alla storia del David di Donatello e hanno permesso una ricostruzione assai plausibile della base a colonna, su cui venne posto nel cortile di Palazzo Medici, andato perduto (Caglioti 2000, 2008 e altri). Quando, verso il 1457, il David di Donatello fu trasferito dalla “Casa Vecchia” dei Medici al nuovo palazzo di Cosimo il Vecchio, la base colonnare su cui il bronzo era stato posto sin dal momento della sua realizzazione (1435-1440 circa) venne adattata alla nuova ubicazione. Fu lo stesso Donatello – stando al Vasari (1568) – a ideare il disegno del nuovo basamento, mentre fu Desiderio da Settignano a trasformarlo scolpendo in marmo il piedistallo inferiore con le Arpie (probabilmente quattro in posizione angolare) e a corredarlo di viticci bronzei. Con il suo ritorno a Firenze dopo il soggiorno padovano (1454), Donatello vide in Desiderio il più felice interprete della propria lezione, tanto da chiamarlo a intervenire anche in altre opere in marmo, che il maestro, ormai anziano, non lavorava più. Inoltre negli stessi anni, grazie all’appoggio della famiglia Medici, Desiderio ottenne anche la commissione del Monumento funebre di Carlo Marsuppini in Santa Croce (1455-1459 circa) e quella del Tabernacolo del Sacramento in San Lorenzo (1458-1461 circa). Il David di Donatello e la colonna, rinnovata da Desiderio con la nuova base marmorea e le ornamentazioni in bronzo, furono sistemati al centro del cortile di Palazzo Medici probabilmente entro la primavera del 1459, in vista dell’arrivo a Firenze di Galeazzo Maria Sforza, ospite nella dimora di via Larga, e di papa Pio II. Il piedistallo con le Arpie di Desiderio, formato da una ornamentazione complessa ed elegante, dava una connotazione di raffinatezza all’intero basamento colonnare del David donatelliano in sintonia con la nuova ambientazione architettonica del cortile di Michelozzo. Inoltre, come nota il Vasari, il piedistallo, dalle forme mosse e aperte, agevolava la visuale “a canocchiale” da via Larga, attraverso il cortile fino al giardino retrostante e all’uscita posteriore su via Ginori, in asse con quella precedente. Secondo la proposta ricostruttiva avanzata da Francesco Caglioti (2000 e 2008, p. 65), statua e base colonnare dovevano raggiungere un’altezza complessiva di 3 metri e mezzo circa: l’intera base, di circa 2 metri, comprendeva il piedistallo con le Arpie alto circa 50 cm. Il bordo alla sommità della colonna entrava all’alloggiamento circolare esistente sotto la base del bronzo, ricavato nello spessore della corona di alloro. Al di sotto della stessa corona, sul fusto della colonna fu incisa una iscrizione epigrafica dettata da Gentile Becchi, letterato ed educatore di casa Medici: “Victor est quisquis patriam tuetur. / Frangit immanis Deus hostis iras. / En puer grandem domuit tiramnum./ Vincite cives!” (trad.: “Chiunque difende la patria è destinato a vincere, / poiché Dio rompe i furiosi propositi del più spaventevole tra i nemici. / Ecco il fanciullo che ha sconfitto un enorme tiranno. Cittadini, alla vittoria!”; in Caglioti 2000, p. 205). Frammenti di due delle quattro Arpie che dovevano essere poste agli angoli del piedistallo, sono stati identificati in marmi oggi conservati: l’uno assai logoro nella collezione Chigi-Saracini di Siena (inv. FAC 1438 oggi nel Monte de’ Paschi) e l’altro rimaneggiato nell’Ottocento nel Museo Horne di Firenze (inv. n. 118) (Caglioti 2008, p. 71 figg. 61 e 62). Il basamento colonnare di Desiderio, segue le sorti del David di Donatello fino al XVII secolo. Nell’autunno del 1495 le due opere sono state confiscate dalla Repubblica fiorentina per essere trasferite in Palazzo Vecchio al centro del primo cortile. Nel 1511 un fulmine ha danneggiato la base. Posti verso il 1570 nel nicchione nel portico est del medesimo cortile, ancora uniti fra loro, la statua bronzea col suo piedistallo sono stati sostituiti nel 1592 dal marmo con Sansone sul Filisteo di Pierino da Vinci, ancora ivi presente. Da allora non si hanno notizie documentarie riguardanti il basamento, che però è ricordato in Galleria degli Uffizi dal Baldinucci nelle sue Notizie alla fine del Seicento (1681-1728; vedi Bibliografia).

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